Maxi multe dell’Antitrust a Intesa Sanpaolo Rbm Salute (5 mln/€) e Previmedical (1 mln/€) per pratiche commerciali scorrette
MILANO – Maxi sanzione da 5 milioni di euro dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nei confronti di Intesa Sanpaolo Rbm Salute e di 1 milione di euro a carico di Previmedical, provider di servizi cui è stata affidata la gestione e la liquidazione delle pratiche di sinistro. Dopo una segnalazione trasmessa all’Antitrust da Altroconsumo alla quale erano giunte centinaia di reclami da parte dei consumatori fin dal 2018, dopo le iniziative poste in essere dall’Ivass, che aveva, a sua volta, raccolto oltre 1.100 contestazioni nello stesso periodo, il procedimento avrebbe dimostrato “un comportamento di Intesa Sanpaolo Rbm Salute S.p.A. e di Previmedical tale da integrare una pratica commerciale scorretta in violazione degli articoli 20, comma 2, 24 e 25, comma 1, lett. d), del Codice del Consumo, perché le società hanno reso onerosa e difficile per i consumatori la fruizione delle prestazioni assicurative. In particolare – si legge nella nota dell’Antitrust – dagli elementi raccolti nell’istruttoria, risulta che gli assicurati hanno dovuto fronteggiare respingimenti di richieste con motivazioni pretestuose, ritardi nelle risposte e nella gestione delle prestazioni dirette, ritiri di autorizzazioni già rilasciate, arbitrarie limitazioni introdotte nella prassi liquidativa, difficoltà a contattare l’assistenza clienti, che si è rivelata poco efficace. Di tali problemi le parti erano consapevoli, atteso che, tra l’altro, durante l’ispezione l’Autorità ha rinvenuto delle mail dei dipendenti da cui si evince come alcuni dati percentuali di ritardo comunicati ai fondi sanitari (0,47%) non fossero corrispondenti al vero (in realtà la percentuale effettiva era pari al 15%). Inoltre, dalla documentazione acquisita – prosegue l’Autorità Garante – risultano disagi per gli assicurati dovuti a richieste pretestuose di integrazione delle domande di rimborso e ciò nonostante tutta la documentazione fosse già in possesso della società”.
Sarebbe stata anche riscontrata “l’adozione di procedure dilatorie per autorizzare prestazioni che prevedono cicli di più sedute, come nel caso delle terapie oncologiche, per cui i consumatori, anche quelli che necessitavano di cure urgenti, perché colpiti da gravi patologie, erano costretti ad inviare una specifica richiesta per ciascuna seduta del ciclo. Con particolare riferimento agli aderenti al fondo sanitario MètaSalute, è risultato che i tempi effettivi di rilascio del voucher per l’erogazione dei servizi fossero ben superiori a quelli previsti contrattualmente”. In molti casi, si sarebbe verificato anche che il voucher venisse ritirato dopo il rilascio. Ad esempio, tra gennaio 2018 e settembre 2020 Previmedical avrebbe revocato 52.185 autorizzazioni rilasciate in precedenza ad assicurati MètaSalute, a prescindere dalla motivazione.